Arte e natura nascosti nel cuore della Tuscia: l’eremo di S. Lucia a Bomarzo
Dopo aver assistito ad uno spettacolo frutto del lavoro della natura e della mano dell’uomo come nel caso dell’Eremo di S. Lucia a Bomarzo, si vorrebbe trasmettere esattamente le stesse emozioni vissute con i quattro sensi.
Alcuni potrebbero non essere appassionati di fotografia archeologica, altri potrebbero preferire periodi storici diversi dal Medioevo ma entrare in questa grotta potrebbe far cambiare idea a molti.
L’Eremo di S.Lucia a Bomarzo o più precisamente la chiesa rupestre di S. Lucia Pianmiano, anticipa le sue meraviglie già in prossimità del suo ingresso.
Sulla parete rocciosa esterna sono infatti visibili, seppur non in buono stato, gli affreschi a tema religioso: un Cristo crocifisso tra due santi, Santa Lucia, stemmi e numerose decorazioni floreali.
Deturpati dalle intemperie, gli affreschi hanno subito nel corso degli anni anche evidenti atti di vandalismo e furto (compresi quelli all’interno).
Una volta entrati veniamo accolte dalla magnificenza delle stalattiti che possono essere ammirate come una cattedrale di pietra. In alcuni punti alte diversi metri ed in altri passaggi più angusti, costringono ad abbassare la testa nonostante gli scalini scavati nella pietra.
Dall’alto, calato quasi come uno stendardo, è ben visibile su una pietra un affresco che ricorda nei colori un marmo rosa; poi di fianco ancora altre incantevoli raffigurazioni a tema religioso.
Gli occhi non sanno dove fermarsi; si vorrebbe fissare nella mente ogni dettaglio di segni dell’uomo stimati 1.200 d.C circa e al tempo stesso trovare altre nicchie di caverna inesplorate.
La meraviglia e l’emozione sono valse la fatica di attraversare un percorso abbastanza faticoso e inerpicato nella folta vegetazione boschiva (come ogni eremo che si rispetti).
Grazie a Tuscia Arcaica e con l’archeologa Francesca Pontani abbiamo così scoperto l’Eremo di S.Lucia a Bomarzo, un piccolissimo e prezioso angolo di Tuscia.