L’autunno nella Tuscia è una stagione ricca di colori ma soprattutto di sapori! Nocciole, vino e olio della Tuscia sono solo alcuni dei prodotti di cui godere in questo periodo.
Noi lo abbiamo già fatto assaggiando l’olio novello di due aziende agricole del territorio (ve ne parliamo più avanti!) e nel gustarlo ci siamo chiesti da dove viene questo“nettare degli dei”.
Quali sono le sue origini? Chi furono i primi popoli a scoprirlo ed utilizzarlo? Come si diffuse nella Tuscia? Se siete curiosi seguiteci in questo viaggio alla scoperta della storia dell’olivo e dell’olio!
Miti e Leggende sull’olio
Simbolo di sacralità e di pace (la colomba tornò da Noè con un rametto di ulivo nel becco), l’olivo sarebbe presente sulla terra ancora prima della comparsa dell’uomo, anche se le leggende raccontano altro.
Secondo il mito, infatti, l’olivo era un dono di Atena che contendeva a Poseidone, la supremazia sull’Attica. I due si sfidarono davanti a Zeus offrendo ciascuno un dono.
Poseidone fece sgorgare un bacino di acqua salata simbolo della supremazia di Atene sul mare e un cavallo bianco strumento di guerra. Atena invece fece nascere un olivo, promessa di utili produzioni e simbolo di pace. Vinse Atena che divenne la protettrice della città.
Le origini storiche
La storia dell’olivo e la sua prima comparsa risalgono a circa dodici milioni di anni fa. Infatti sulle coste del Mediterraneo esistevano diverse varietà di alberi “olea”.
Con l’apparizione dei primi villaggi di agricoltori l’uomo inizia a selezionare, potare e innestare le piante di olivo. A circa seimila anni fa, infatti, risale il ritrovamento sulle coste dell’attuale Israele dell’olio più antico.
L’utilizzo dell’olivo per uso domestico fu scoperto probabilmente a Creta circa 3500 anni fa. Furono però i Babilonesi, nel codice di Hammurabi, a regolamentare per primi la produzione e il commercio dell’olio.
In Italia: gli Etruschi e i Romani
L’olivo compare in Italia per la prima volta circa 3500 anni fa, portato da mercanti fenici e cartaginesi. Ma saranno i greci delle colonie della Magna Grecia a contribuire alla sua diffusione su tutto il territorio.
Infatti dalle colonie costiere la coltivazione e l’utilizzo dell’olio si diffondono in tutta la zona centrale della penisola, specialmente fra gli Etruschi.
Inizialmente l’olio veniva importato e per questo motivo era considerato un bene prezioso che solo i ricchi potevano permettersi e che utilizzavano in campo alimentare, ginnico, estetico, per l’illuminazione e per i riti sepolcrali.
Verso la fine del VII secolo invece gli Etruschi imparano a fare l’olio che passa così dall’essere genere di lusso riservato a pochi, a prodotto largamente diffuso.
Diversi sono i resti rinvenuti nelle tombe etrusche (anfore, dipinti) che raccontano il momento della raccolta e della spremitura delle olive e sono una testimonianza di come l’olio fosse diventato negli anni un prodotto importante e largamente utilizzato, a tal punto che al tempo di Tarquinio Prisco, re romano di origine etrusca, i Romani apprendono dagli etruschi l’arte di fare l’olio.
L’olio della Tuscia
Olio EVO di Az. Agricola Giupi (Vetralla-VT) Olio EVO Az. Agricola Angelo Bocci (Capranica-VT)
Lo sapete che oggi circa un quinto dell’olio laziale è prodotto nella Tuscia?
Infatti gli uliveti ricoprono una notevole area del territorio, quasi il 7% della superficie agricola, e sorgono su terreni di origine vulcanica quindi particolarmente fertili e ricchi di sostanze nutritive preziose per la crescita delle piante stesse.
Per questo motivo l’olio della Tuscia è un prodotto di alta qualità e nelle sue diverse varietà, è noto perla sua vivacità, freschezza e accento fruttato.
Noi abbiamo avuto l’occasione (e l’onore) di assaggiare l’olio novello di due aziende agricole del territorio:
- Azienda Agricola Angelo Bocci, specializzata nella produzione di olio ma anche di nocciole, castagne e miele.
- Azienda Agricola Giupi, specializzata nella produzione di olio, miele (millefiori e alla lavanda), fungo ferlengo e tartufo nero estivo (Contatti: tel. 333 2932989 o 0761 478095 – giupi.az.agr@gmail.com).
Li conoscete? Li avete già assaggiati quest’anno? Potrebbe essere un’occasione per chi può di fare una gita in questi luoghi, per gustare l’olio ma anche per ammirare i colori dell’autunno che scivolano nell’inverno e per cominciare ad annusare l’odore del Natale!