Le castagne di Canepina tra tradizione e cultura
Le giornate ancora miti e il sole tiepido ci invitano ad uscire di casa e fare il pieno di energia e colori. Inizia così la nostra passeggiata nei castagneti della Tuscia.
Le castagne sono un prodotto tipicamente autunnale e tradizionalmente possono essere accostate al pane: morbide e nutrienti, possono considerarsi un sostituto del grano.
La nostra passeggiata si svolge a Canepina, paese che vanta una lunga tradizione in questo senso e che propone ogni anno la Sagra della Castagna. Questo frutto, infatti, è alla base dell’economia locale. Canepina vanta il 30% della produzione regionale e l’8% di quella nazionale.
Poco fuori dal centro abitato ci sono numerosi castagneti che, se aperti al pubblico, è possibile visitare. Si può sostare appena fuori dal centro abitato e proseguire a piedi.
Lungo il percorso si rimane affascinati dalla maestosità degli alberi, dalla luce che riscalda i ricci a terra e dal silenzio che avvolge questo luogo.
Camminare su un manto di foglie dorate e accartocciate e perdersi tra castagni secolari e quercie scavate dal tempo è già di per sè piacevole e rilassante. Dopo la raccolta ufficiale, se viene permesso, i visitatori possono raccogliere le castagne rimaste.
Dopo la passeggiata, di circa 1 ora, ci si può immergere nella parte vecchia del paese. Si troveranno le cantine aperte e signore indaffarate a preparare il fieno canepinese, una pasta all’uovo tagliata molto sottile solitamente condita con ragù.
Castagneti della Tuscia: dove andare
Le castagne e i marroni della Tuscia sono considerati dolci e di ottima qualità, ideali anche per essere utilizzati nei processi industriali.
Ci sono tre paesi nella Tuscia dove la tradizione delle castagne è solida e parte integrante dell’economia del territorio. Parliamo di Soriano del Cimino, Vallerano e Canepina.
Ogni anno in questi paesi si svolge la Sagra della Castagna. La mattina è tutta rivolta alla preparazione delle cantine e delle pietanze. I ritmi partono lenti per diventare serrati all’avvicinarsi dell’ora di pranzo. Numerosi visitatori vengono da tutto il Lazio per gustare le castagne e i marroni della Tuscia.
Nel pomeriggio la festa si anima con gruppi folkloristici, iniziative dei Comuni e naturalmente con la vendita delle castagne in piazza.
All’imbrunire la fiamma che cuoce le castagne nella larghissima padella invita a godere della magia dell’autunno e di questo gustoso frutto. Cosa c’è di meglio di un cartoccio di castagne accompagnato da un bicchiere di vino rosso novello?
Se ti perdi la festa non c’è problema: durante la settimana sono numerose le iniziative dei produttori locali volte a far conoscere questo frutto.
È possibile quindi partecipare a passeggiate nei castagneti della Tuscia organizzate da diverse associazioni culturali locali ad orari e luoghi stabiliti.
Vuoi andare da solo?
I castagneti più grandi si concentrano nelle zone dei monti Cimini; la via Cimina scorre lungo boschi che hanno molto da offrire in autunno. Numerose sono le aree di sosta dalle quali è possibile partire per una passeggiata in solitaria.
Anche la zona del lago di Vico è popolata di castagneti spesso aperti al pubblico o ad eventi. I paesi principali in cui dirigersi sono in questo caso Ronciglione e Caprarola.
La castagna: usi e tradizioni
Nella tradizione gastronomica dell’alto Lazio le castagne vengono intagliate e arrostiste sulla classica padella bucata finchè non sono pronte per essere sbucciate.
In alternativa si possono lessare. In questo caso diventano la base di numerose ricette, sia primi che secondi, ma anche dolci! Un classico è fondere del cioccolato fondente, aggiungere ottimo rum e qualche castagna lessata.
Un’alternativa è farle essiccare per produrre le cosiddette “mosciarelle”: castagne secche sgusciate che si trovano spesso anche nei banchi delle feste di paese.
Infine, dalle castagne si ottiene la farina per fare il “Castagnaccio”, un dolce tipico della Toscana che veniva preparato soprattutto dai contadini. Per questo si tratta di un cibo “povero”, di facile preparazione: bastano acqua, uvetta e pinoli.
Tu che come le utilizzi? Conosci qualche ricetta o curiosità da condividere?