Se volete passare una giornata all’aperto, facendo una passeggiata nella natura tra zolfatare e resti di un antico paese set di numerosi film, allora l’Antica Monterano è la vostra meta!
Pronti, partenza, via!
Situato a ovest del Lago di Bracciano e a circa 2 chilometri da Canale Monterano, il paese sorge a cavallo tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini nel cuore della Riserva Naturale di Monterano.
Monterano si erge su un’altura tufacea, i cui fianchi scendono su due forre formate dal Fiume Mignone e dal Torrente Bicione.
Dopo la distruzione e la fuga degli abitanti, la natura si è riappropriata lentamente del luogo, donandogli così un aspetto affascinante ed estremamente suggestivo.
Come arrivare ai ruderi dell’antica Monterano
Da dove si parte? Ci sono due possibilità, a seconda di quanto avete voglia di camminare.
- Noi abbiamo iniziato la passeggiata dal parcheggio della Diosilla che prende il nome dalla piccola cascata che si trova proprio al principio del sentiero che porta alla solfatara. Da li abbiamo seguito la stradina che sale all’altura di Monterano (3500 metri) e alle rovine.
- Se invece non amate il trekking e siete interessati a visitare esclusivamente il paese dirigetevi direttamente al parcheggio di Monterano e proseguite a piedi per 200 metri circa.
La storia dell’Antica Monterano
L’Antica Monterano, abitata fin dal periodo etrusco, conserva ancora oggi le tracce del suo passato.
Abbandonata una prima volta in epoca longobarda, rifiorì poi nell’Alto Medioevo, quando diventò sede episcopale con il nome di Manturanum.
Seguì un secondo periodo di decadenza intorno all’anno mille e poi, alla fine del Trecento, il borgo divenne di nuovo florido.
Nel Cinquecento fu acquistato dagli Orsini e nel XVII secolo fu costruito l’acquedotto, che ancora accoglie i visitatori all’ingresso dell’Antica Monterano.
Passò, poi, alla famiglia Altieri di cui faceva parte Emilio Bonaventura Altieri, ovvero Papa Clemente X. E’ in questo periodo che furono commissionate delle opere a Gian Lorenzo Bernini, che trasformò la fortezza di Monterano in un palazzo ducale barocco.
L’abbandono definitivo del paese risale alla fine del Settecento con l’arrivo dell’esercito francese.
Lungo il sentiero: dalla cascata di Monterano…
Prima di arrivare in cima alla collina dove sorgono i ruderi abbiamo camminato lungo il sentiero che dalla cascata scende fino alla solfatara.
Per vedere le cascate della Diosilla, subito dopo il parcheggio dovete scendere a sinistra attraverso una scaletta verso il torrente (troverete un cartello con le indicazioni). Da li si può osservare una parete verticale di circa 15 metri superata con un salto dalle acque del Fosso di Fonte Lupo.
Le acque qui assumono spesso una colorazione biancastra che ad una prima occhiata può sembrare schiuma ma che in realtà è zolfo.
In questa zona cresce una rigogliosa vegetazione di felci rare e muschi che qui data l’umidità del luogo trovano il loro habitat perfetto.
…alla solfatara di Monterano
Risalendo sulla mulattiera e continuando a seguire il percorso, ad un certo punto l’odore di zolfo si fa sempre più forte.
Dietro una curva si apre all’improvviso una vallata caratterizzata da tante polle che ribollono e da un ruscello le cui acque hanno la tipica colorazione opalescente data dallo zolfo.
L’idea che sia calda come ci si aspetterebbe dalle acque solfuree viene subito smentita quando per curiosità ci infiliamo una mano dentro! E’ decisamente fredda e questo contrasto tra vista, olfatto e tatto aumenta ancora di più il nostro stupore.
Dai ruderi dell’antica Monterano….
Lasciandoci la solfatara alle spalle abbiamo iniziato la salita sulla destra seguendo l’indicazione per l’Antica Monterano.
La prima meraviglia architettonica che si incontra salendo verso il borgo è l’antico acquedotto romano.
Andando avanti poi verso il centro di Monterano, si iniziano ad intravedere le rovine di ciò che resta dei palazzi e delle strutture un tempo ricche e piene di splendore.
Tra queste palazzo Altieri ci ha particolarmente colpito con i suoi interni ormai distrutti ma di cui si intuisce l’antica grandezza e il muro esterno con la fontana sormontata dal leone costruita dal Bernini.
La visita dell’antica città abbandonata è un’esperienza veramente unica perché consente di passeggiare realmente tra antiche abitazioni, torri, chiese e palazzo baronale.
Entrare nei resti di queste vestigia permette di respirare e rivivere l’atmosfera dei secoli passati e di immaginare i dettagli della quotidianità antica.
….alla Chiesa di San Bonaventura
E quando pensi di aver visto tutto giri un angolo e il paesaggio si apre su una spianata erbosa con al centro la Chiesa e il Convento di San Bonaventura e la fontana ottagonale, opere del Bernini.
Qui, all’interno delle rovine ormai conquistate dalla vegetazione sopravvive ancora il gigantesco albero di Fico di San Bonaventura, piantato ben 200 anni fa. L’albero è stato immortalato persino nel film Il Marchese del Grillo, di Mario Monicelli.
Curiosità sull’Antica Monterano
Il borgo fantasma ha fatto da location a numerose famose pellicole, come Ben Hur con Charlton Heston nel 1959.
Fu set anche per film italiani, come Guardie e Ladri del 1951 di Mario Monicelli e Steno, Brancaleone alle Crociate con Vittorio Gassman nel 1970 e appunto Il Marchese del Grillo con Alberto Sordi nel 1981, entrambi di Monicelli.
Noi siamo rimasti incantati dalla magia del luogo e sicuramente torneremo per continuare ad esplorare e passeggiare tra quelle colline. E voi?