C’è un bosco dove vivono gli alberi più strani e fantastici di tutta la Tuscia: Il Bosco del Sasseto, vicino al Castello di Torre Alfina (Acquapendente – VT) .
Vi stiamo per raccontare il nostro salto nel mondo del fantasy.
Gli ingredienti ci sono tutti: un bosco che sembra uscito da una favola dei fratelli Grimm, il castello con le torri merlate e il borgo medievale.
Abbiamo programmato un’intera giornata per questo giro, dividendo il tour tra mattina e pomeriggio.
Entrambe le visite vanno programmate e prenotate: non è infatti possibile la visita libera, ma sempre e solo con la presenza di una guida.
La storia del Bosco del Sasseto: salto nel mondo fantasy
Il Bosco del Sasseto viene spesso chiamato anche Bosco delle Fate, mentre il National Geographic l’ha rinominato Bosco di Biancaneve.
Il sentiero è infatti un viaggio alla scoperta di un mondo che sembra uscito da una favola. Immaginiamo creature magiche prendere vita dai rami, alberi con volti e folletti che abitano le cavità dei tronchi.
Non faticheremo certo a capire perchè questo Bosco è stato protagonista di film e spot prestati al genere fantasy.
Fu il marchese Cahen, venuto in Italia per affari, ad impostarne il percorso. Avendo particolare cura di lasciare inalterata la bellezza del luogo, vi trascorreva molto tempo, usandolo anche come luogo di caccia.
Qui l’uomo è ospite di una natura straordinaria e viva. Incontriamo alberi avviluppati alla roccia o fusi con essa. Alberi caduti ma mai abbattuti perchè funzionali all’ecosistema del bosco.
Nel bosco troviamo principalmente castagni, lecci e faggi, anche se non c’è il clima ideale per una faggeta pura. Il sottobosco è una componente importante; lungo il percorso possiamo trovare foglie di acero campestre, pino silvestre e agrifogli.
Tutto questo lo scopriremo con l’aiuto di una guida.
Tour guidato al Bosco del Sasseto
Partiamo dal nome del bosco: perchè “sasseto”? Il nome deriva dalla presenza dei numerosi massi lavici. Quasi tutti ricoperti di morbido muschio, che rendono questo luogo così affascinante.
Proseguendo incontriamo tantissimi alberi particolari.
Vediamo l’albero cavo, in cui si può entrare e sbirciare guardando in alto; il tiglio selvatico, albero monumentale; un carpino nero rinominato “the bull” perchè sembra la testa di un toro. Passiamo davanti ad un rovere che per il particolare eco-sistema ha una parte ancora viva e un altra morta.
Arriviamo poi in una zona completamente esposta, dove i “sassi” sono spogli, nudi, del colore della roccia. Qui il muschio non cresce e il panorama cambia completamente, tanto che sembra di stare in un altro luogo.
Arriviamo infine al mausoleo neogotico, simbolo di questo bosco. Attualmente circondato da una rete, vi riposa il marchese Cahen. Per lungo tempo non c’era stata cura, attualmente c’è manutenzione, anche se il tempo ha lasciato il segno sui gradini, sconnessi e rotti.
Inizia poi il percorso di risalita: la guida ci mostra la ghiacciaia costruita dal marchese e le testimonianze dell’acqua che scorre sotto terra.
Il percorso dura circa 1 ora e mezza ed è facile, con un leggero dislivello.
Curiosità sul Bosco del Sasseto
Questo bosco, prima pubblico, è diventato di proprietà del Comune di Acquapendente. Fino a qualche tempo fa l’accesso era permesso a chiunque, oggi è invece obbligatorio affidarsi ad una guida.
Il Bosco del Sasseto è stato scelto come location di numerosi spot e film.
Tra questi va citato il corto di Dior per la collezione “Haute Couture”. La maison francese ha reso protagonista l’albero cavo del bosco. Dall’apertura escono due elfi, in un’atmosfera onirica e magica. Il bosco e le sue rocce emergono in tutto il suo splendore.
Lo spot è a cura di Matteo Garrone, che aveva già scelto il Sasseto come location per il film “Il racconto dei racconti”.
Il borgo e il Castello di Torre Alfina
La storia del Bosco del Sasseto è strettamente legata a quella di Torre Alfina. Definito uno dei “I borghi più belli d’Italia”, è caratterizzato dall’imponente castello che domina sulla vallata sottostante.
Dopo un breve giro nei suoi vicoli caratteristici, con opere d’arte contemporanee “nascoste” qua e là, andiamo a visitare il castello.
La guida inizia a spiegare la storia del Castello in giardino per poi proseguire nel pianterreno. Ci mostra il mobilio più importante delle varie stanze. Notiamo su tutti un biliardo anni ’50 e un lussuoso specchio costruito da Tito Corsini, intagliatore senese.
Saliamo poi al primo piano nobile e ci soffermiamo ad ammirare l’affresco che rappresenta le quattro arti: pittura, scultura, musica e poesia.
Passiamo poi davanti alla camera dove dormiva Gabriele D’Annunzio quando veniva a trovare il suo amico Cahen.
Le cucine riportano a tradizioni antiche: vecchi forni e stufe, con le pentole in rame che campeggiano sui tavoli in legno evocano subito profumi e sapori di ricette classiche.
I grandi camini nelle stanze riportano tutti lo stemma dei Monaldeschi della Cervara e invitano ad immaginare il calore che si propaga nelle stanze durante le buie giornate invernali.
Arriviamo infine alla stanza più antica del castello, dove doveva sorgere la 5a torre, che non fu mai realizzata per problemi logistici. Il marmo del pavimento qui lascia spazio al cotto e il soffitto è fatto a cassettoni in legno.
Il tour dura circa 30 minuti, compreso il tempo di fare fotografie ed ammirare l’interno delle stanze.
Attualmente il Castello è aperto alle visite ma è anche location per eventi e feste private.
Dove abbiamo mangiato
Il posto scelto per mangiare sta a pochi Km di distanza dal borgo di Torre Alfina.
Si chiama Da Ciccio – A la capannaccia, ha anche tavoli esterni e un servizio veloce e molto efficiente. Inoltre si mangia divinamente! I prezzi sono contenuti, la cucina ha i prodotti tipici della zona.
Ciccio, il proprietario, sa presentare bene i piatti del giorno e trasmette ai commensali lo stesso entusiamo che ha lui per l’arte culinaria,
Abbiamo assaggiato gli antipasti con tartufo e le tagliatelle ai funghi porcini. Le immagini parlano chiaro!
Vengono sempre proposti fuori menù con piatti e prodotti stagionali.
L’ambiente è rustico ma curato. Lo consigliamo assolutamente!
Vi abbiamo convinto a prenotare un giro in questo posto letteralmente “fantastico”?
Tutte le informazioni sul Bosco del Sasseto e il Borgo di Torre Alfina qui.